Dalla visione
più ortodossa del Confucianesimo il rapporto tra governanti e governati come
padri e figli. Le virtù innate dell’uomo contro il disordine sociale e la
miseria attraverso 4 princìpi: benevolenza, giustizia, riti e saggezza. Utopia? Forse! Ma già 2500
anni fa una dottrina popolare contro il potere rapace e per il benessere dei deboli
L’UOMO È BUONO PER
NATURA
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NESSUN
UOMO E NESSUN GOVERNO SENZA VIRTÙ E PRINCÌPI
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Le sue regole, quindi, non
derivano da uno studio razionale da parte dell’uomo per guidare la società, ma stanno
dentro l’uomo. Ecco il più alto valore intrinseco della bontà che deve gestire
i vari tipi di rapporti personali per dare stabilità alla comunità e al Paese. Infatti,
afferma che: “Tutti gli uomini hanno il
cuore ricolmo di pietà. Gli antichi re avevano questa pietà e il loro governo
era fondato sulla pietà. Per questo era loro facile tenere l’ordine, facile
come prendere e portare un oggetto di piccole dimensioni nel cavo della mano. Gli
uomini sono naturalmente incapaci di sopportare la vista delle altrui sventure:
difatti, se vedono che un bambino sta per cadere in un pozzo, si affliggono e
cercano di salvarlo, non per interesse, ma per pura pietà. Chi non è capace di
provare misericordia e pietà per gli altri non è uomo, così non sono uomini coloro
che non hanno il senso della vergogna, coloro che sono immodesti, coloro che
non sono in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto”.
Mencio pone
queste regole per riordinare gli Stati dopo il caos, secondo una gerarchia che
vede nel popolo, e non nel sovrano, l’elemento più importante dello Stato. Dice:
“Il perno del mondo sta nello Stato, il perno
dello Stato sta nella famiglia e il perno della famiglia sta nell’individuo”.
Si conferma l’idea confuciana del trattamento della popolazione come fattore principale per il risanamento sociale, sulla base di antichi e morali modelli: “Dall’epoca degli Stati Combattenti, cioè dal V secolo a.C., la prosperità del potere statale – che in Cina significa anche potere dinastico – era sempre stata legata ai cosiddetti ‘eroi culturali’, ai sovrani fondatori, che erano anche i colonizzatori del territorio, mentre la decadenza ai cattivi sovrani… Il malgoverno, ma anche le ire del cielo e la presenza degli spiriti erano considerati le cause degli alti e bassi dell’impero. I periodi di decadenza erano interpretati come momenti di riflessione in cui venivano redatte le opere storiche. Solo quando le condizioni peggioravano infatti c’era bisogno di chi fungesse da pubblico memento per esortare a seguire i modelli del passato”. H. S. Glintzer, Storia della Cina, pp.38-39.
Si conferma l’idea confuciana del trattamento della popolazione come fattore principale per il risanamento sociale, sulla base di antichi e morali modelli: “Dall’epoca degli Stati Combattenti, cioè dal V secolo a.C., la prosperità del potere statale – che in Cina significa anche potere dinastico – era sempre stata legata ai cosiddetti ‘eroi culturali’, ai sovrani fondatori, che erano anche i colonizzatori del territorio, mentre la decadenza ai cattivi sovrani… Il malgoverno, ma anche le ire del cielo e la presenza degli spiriti erano considerati le cause degli alti e bassi dell’impero. I periodi di decadenza erano interpretati come momenti di riflessione in cui venivano redatte le opere storiche. Solo quando le condizioni peggioravano infatti c’era bisogno di chi fungesse da pubblico memento per esortare a seguire i modelli del passato”. H. S. Glintzer, Storia della Cina, pp.38-39.
L’UOMO
AL CENTRO DI TUTTO, BONTÀ MA ANCHE VIOLENZA PER GIUSTIZIA
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L’uomo sempre al centro, insomma, in una filosofia popolare che fornisce anche un programma politico e non disdegna il ricorso alla violenza sotto forma di giustizia: “Il dovere di un sovrano è quello di promuovere il benessere dei cittadini, e in particolare di dare loro una direttiva morale e condizioni di vita adeguate. Tra le politiche governative ricordiamo: il libero scambio, poche tasse, conservazione delle risorse naturali, una più equa ripartizione della ricchezza, e misure assistenziali a favore degli anziani e dei meno fortunati… Il monarca che trascura il benessere del popolo perderà il ‘mandato del cielo’, e sarà, giustamente destituito… Il popolo ha il diritto di rivoltarsi contro chi governa ingiustamente”. M. Hart, Cit., pp.311-312.
Nel corso della storia, il pensiero di
Mencio ha certamente attratto il favore del popolo e, seppur non applicato
dalle autorità, ha avuto una fortissima influenza sulla politica, l’ideologia,
la cultura del tempo. Quando ancora non si sa nemmeno cosa sia il diritto dell'uomo, già 2500 anni fa si pone l’irrisolta questione del
disordine sociale e della salvezza dei deboli dalle miserie.
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