MASSINISSA


IL POTENTE RE DI NUMIDIA RISPETTATO E TEMUTO DAI ROMANI




Vissuto tra il 238 e il 148 a.C. fu un brillante condottiero prima alleato di Cartagine poi di Roma, figlio del re dei Massili, Gala e re della prima Numidia unita. Trascorse la giovinezza a Cartagine e successivamente prese parte alla guerra tra i Massili, aiutati dai Cartaginesi e i vicini Masesili aiutati da Roma.
Vittorioso, seguì le truppe alleate in Iberia partecipando nel contesto della seconda guerra punica agli scontri sul fiume Baetis e alla battaglia di Ilorci nella quale persero la vita Publio e Gneo Cornelio Scipione, padre e zio del futuro “Africano”. In seguito alla disfatta cartaginese in Spagna dovuta alla caduta di Cartagena e ai rovesci di Baecula ed Ilipa dal 209 al 207, Massinissa fece ritorno in Africa dove venne coinvolto nella crisi dinastica del trono dei Massili in seguito alla morte del vecchio re e padre Gala.
Costretto alla fuga da Siface, re dei Masesili, acerrimo e storico rivale, passato nel frattempo nel campo cartaginese, Massinissa trovò conveniente accettare le proposte diplomatiche offerte da Scipione rovesciando lui stesso la vecchia alleanza con Cartagine.
Affiancò dunque i romani nelle vittorie dei Campi Magni e di Zama dove la sua cavalleria numidica brillò per coraggio e determinazione non prima però di essersi disfatto di Siface stesso, preso prigioniero nell’attacco romano al campo dei Masesili.
Rimasto padrone dell’intera Numidia, dopo Zama, Massinissa ne divenne re, mantenendo però l’alleanza con Roma ed iniziando ad inglobare territori e città di Cartagine, resa impotente dai duri trattati di pace imposti dai romani; la situazione degenerò nel 150 a.C. quando i cartaginesi ripresero le armi dando il via alla terza guerra punica terminata con la distruzione dell’antica potenza africana.
Massinissa si trovò così a governare un territorio sempre più esteso ricco nei commerci e negli uomini da poter arruolare nell’esercito, tanto da suscitare la preoccupazione di Roma che esercitò comunque sul vecchio re, che morì all’età di 92 anni, un protettorato mai pesante ma sempre attento alle mire espansionistiche dell’intraprendente sovrano.

Articolo a cura di A. Rocchi da www.tuttostoria.net