BOADICEA

Regina degli Iceni: Giulio Cesare aveva iniziato l’invasione della Gran-Bretagna nel 55 a.C., ma non era mai realmente riuscito ad imporre la sua dominazione sui Britanni. Nel 43 d.C. l’imperatore Claudio ordinò che la Gran-Bretagna fosse conquistata. Durante questa seconda invasione nasce la storia di Boadicea.
Descritta come donna potente così da Dione Cassio: "era molto alta. La sua voce era dura ed alta. I suoi capelli spessi e bruno-rossastro sono appesi giù sotto la sua vita. Ha portato sempre un torc dorato grande intorno il suo collo e un mantello tartan fluente fissato con un brooch".

Boadicea o Boudicca, era sposa di Prasutago, re della città di Iceni (ora Norfolk) ancora indipendente al potere di Roma. Quando Prasutago  morì nel 60 d.C. senza eredi maschi lasciò tutte le sue ricchezze alle sue due figlie ed all’imperatore Nerone, confidando con ciò di guadagnarsi la protezione imperiale per la sua famiglia. Invece i Romani annetterono il suo regno, umiliarono la sua famiglia, e saccheggiarono il territorio. Mentre il governatore della provincia, Svetonio Paulino, era assente nel 60 Boudicca organizzò una ribellione in tutta la regione dell’Anglia Orientale. Gli insorti bruciarono  Camulodunum (Colchester), Verulamium e parte di Londinium (Londra) e molti avamposti militari, massacrarono (come riporta Tacito) 70.000 tra Romani e Bretoni – simpatizzanti romani – facendo a pezzi la Nona Legione.
L'esercito comandato da  Paulino si scontrò con i rivoltosi nella zona corrispondente oggi al centro di Londra e in una disperata battaglia riconquistò e sottomise di nuovo la provincia. Si dice Boudicca morì per l’enorme dolore, assumendo del veleno.

Dai documenti è riportato che questa donna fosse alta e possente dalla voce decisa. Durante la battaglia si spostava sul carro combattendo con la lancia. Essa era anche dotata di un’ottima eloquenza e attraverso le sue parole inspirava sia coraggio che lealtà. Si dice abbia tenuto questo discorso prima della battaglia: “Britannici sono la figlia degli uomini d’onore. Ma ora non sto combattendo per la mia alimentazione reale... Sto combattendo come persona ordinaria che ha perso la sua libertà. Sto combattendo per il mio corpo battuto. Gli dei ci assegneranno la vendetta che ci meritiamo. Pensate a quanto di noi stanno combattendo ed al perché. Allora vincerete questa battaglia o morirete...".