18 luglio 2014

FREDEGONDA, IN EMBRIONE DI FRANCIA UNA SCIA DI SANGUE PER IL TRONO

Tradimenti, torture, delitti di una regina spietata. Alle origini di una nazione il feroce scontro per il potere e il disordine di una stirpe decadente in una storia che ha lasciato troppi volti incerti
 
IN UNA DONNA IL CAOS DI UNA DINASTIA FANNULLONA
Nella ex Gallia romana (non ancora Francia), dal V secolo d.C. si riversano a valanga i Franchi, popolazione di derivazione germanica, ben determinati a prevalere nell’inevitabile lotta per il predominio apertosi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Un territorio fortemente suddiviso in innumerevoli tribù in cerca di spazio e supremazia, con un spiccata tendenza alla ferocia, al saccheggio e alla devastazione. Caratteristiche da cui non sarà estranea Fredegonda, dapprima una semplice dama di compagnia – successivamente regina dei Franchi della Neustria – che dal sangue e dalla spietatezza pescherà il trono della Francia delle origini: “Un’ambizione senza confini e nessuno scrupolo morale, sembra sempre essere l’anima di tutte le azioni più turpi. Le rappresaglie e i sanguinosi regolamenti di conti anche fra parenti stretti fanno parte delle abitudini dei popoli germanici, ma in questo caso sono portate all’estremo da una donna gelida come un serpente, accecata dall’odio, professionista nell’arte dell’insinuarsi e soprattutto totalmente estranea al sentimento del rimorso. Chi la minaccia, chi la infastidisce o contrasta i suoi piani non ha scampo”. M. Minelli, Le regine e le principesse più malvagie della storia, p.18.
 
Ma perché la storia di una donna apparentemente secondaria? Perché in essa si racchiudono tutte le peculiarità della caotica stirpe dei Merovingi elevata dal condottiero Clodoveo I, agli inizi del 500 d.C., a centro dell’unificazione di tutti i popoli Franchi. Alla sua morte il regno passa nelle mani dei figli che raccolgono in eredità la barbarie del padre ma non anche il genio: “La grande intuizione di Clodoveo fu quella di porsi come vero erede del potere romano in Gallia, ovvero come il garante della sicurezza; ciò gli guadagnò infatti l’adesione dei gallo-romani, concretizzatasi con l’entrata nel suo esercito di soldati che già avevano prestato servizio nelle armate e nelle guarnigioni imperiali. Con l’aggiunta degli ausiliari barbari dei regni che andava man mano conquistando, costituì un esercito potente, dotato anche di un’efficiente cavalleria, con il quale conquistò tutta la Gallia, eccettuate Settimiana, Burgundia e Provenza: la sua opera lo pone a buon diritto come il primo fondatore della nazione francese”. A. Frediani, I grandi condottieri che hanno cambiato la storia, p.150.
 

Ma i suoi successori, passati alla storia come Re fannulloni, tra delitti, tradimenti e guerre civili metteranno in ginocchio lo Stato: “La stirpe di Clodoveo, i cui meriti furono innegabili, venne tuttavia contraddistinta da un’endemica instabilità politica insita nell’antica tradizione franca assuefatta a suddividere i possedimenti territoriali tra i vari eredi maschi. Seguendo tale consuetudine, nacquero così, sempre nell’ambito della dinastia Merovingia, i modesti regni di Austrasia, Neustria, Borgogna, Parigi, Orléans e Aquitania, mentre furono ricorrenti le lotte fratricide”. L. Gatto, La grande storia del Medioevo – tra la spada e la fede, p.603.
 
Tra i costumi mantenuti e tramandati dai Merovingi, non solo crudeltà efferata e sete di vendetta, ma anche la poligamia: “Uno stuolo di concubine, spose di secondo rango, favorite, oltre a una regina ufficiale alla quale spetta anche l’ingrato compito di far vivere in relativa pace tutte queste donne che abitano nella dimora reale, occupandosi principalmente dell’educazione dei figli e dei lavori domestici. Non troppo di rado all’interno di questi ginecei scoppiano delle vere e proprie tragedie, come quella che ha per protagonista assoluta la terribile Fredegonda, amante e poi moglie di Chilperico I (re di parte dell’Austrasia e successivamente della Neustria e Aquitania), uno dei nipoti di Clodoveo”. M. Minelli, Cit., pp.11-12.
 
DAL LETTO AL TRONO
La giovane e bella dama viene delegata al servizio della consorte di Chilperico, Audovera, ma l’obiettivo è entrare nel letto del re. Cosa presto fatta, giacché il sovrano merovingio, sanguinario e implacabile, non si fa certo pregare e ripudia anche la moglie che si chiude in convento.
Ma le trame di Fredegonda non sono pienamente soddisfatte perché Chilperico desidera una sposa di sangue reale e la trova in Galsuinta, principessa visigota. Fredegonda, tuttavia, non si dà per vinta e “indossa la maschera dell’umiltà, della devozione e chiede di poter restare a palazzo, al servizio della nuova sovrana. La donna sa benissimo che la virtù di Chilperico è fragile e i suoi buoni propositi sono facili da smontare. Infatti dopo pochi mesi il re ricade nel letto dell’amante. Galsuinta però è di tutt’altra pasta rispetto alla prima moglie e minaccia di scatenare un putiferio e tornare in Spagna… Un abbandono così umiliante, dopo un matrimonio tanto prestigioso, sarebbe troppo per un uomo orgoglioso come Chilperico, così la regina non fa in tempo a mettere in atto i suoi bellicosi propositi perché una mattina del 567 viene trovata morta… Strangolata nel sonno, non si sa da chi, ma molti immaginano che dietro l’omicidio ci sia la mente se non la mano di Fredegonda. Chilperico mostra per qualche giorno grande dolore, ma qualche tempo dopo sposa la sua amante”. M. Minelli, Cit., pp.15-16.
 
È la miccia che fa scoppiare la guerra civile con Sigeberto I, re dell’Austrasia e fratello di Chilperico, oltreché marito di Brunechilde sorella di Galsuinta. Uno scontro terribile d’una trentina d’anni che semina morte e rovina e che in una fase di stallo sarà risolto proprio da Fredegonda: “Trova molto più semplice e pratico affidare a due fedelissimi una delicata missione: uccidere Sigeberto, eliminando così il problema alla radice. L’omicidio avviene a Vitry, proprio mentre il re dell’Austrasia sta per essere riconosciuto re di tutti i Franchi. I due uomini trafiggono Sigeberto con la scramassa, il lungo micidiale pugnale franco, al quale – come ulteriore garanzia di successo – è stata avvelenata la lama”. M. Minelli, Cit., p.17.
 
FIGLI VERSO LA FRANCIA E FIGLIASTRI VERSO LA MORTE
L’Austrasia è allo sbando, l’esercito disperso e Brunechilde imprigionata in convento. Un trionfo apparente per Fredegonda perché Meroveo II, secondogenito di Audovera, si innamora di Brunechilde liberandola e sposandola in segreto. Riprende, dunque, la guerra civile e questa volta Fredegonda – con un Chilperico sempre più soggiogato – rivolgerà la sua ira contro tutti figli di primo letto del re, a vantaggio dei suoi: “Con Meroveo ha gioco facile: il matrimonio con Brunechilde basta a farlo considerare un traditore, quindi è costretto a tagliarsi i capelli (che i Franchi di alto lignaggio portano lunghissimi) e a farsi monaco. Poco dopo cade in una trappola tesagli dalla matrigna e alla fine, disperato, si suicida. Questa la versione ufficiale anche se per molti in effetti è stata la spietata regina a dare l’ordine di ammazzarlo… Nel 578 la regina della Neustria ha in parte completato la sua opera: Meroveo è morto, Teodoberto, l’altro figliastro, è caduto sul campo di battaglia tre anni prima; resta solo un figliastro, Clodoveo che… non solo ha insultato Fredegonda a più riprese, ma ha come amante una strega che, dopo qualche ora in compagnia del boia, confessa tutto.. Chilperico, terrorizzato dalla paura dei complotti e anche totalmente dominato dalla moglie, consegna il figlio nelle mani della matrigna. Ferocemente torturato, Clodoveo non ha più nulla di particolare da raccontare, però viene imprigionato e qualche giorno dopo pugnalato a morte”. M. Minelli, Cit., pp.18-19.
 
Fredegonda si libera quindi di ogni ostacolo per sé e i suoi figli con l’ambizione un giorno di dominare su tutti i Franchi. E visto che non ha freni, fa uccidere anche Audovera, da anni rinchiusa in convento. Ha le mani libere e Chilperico ormai ininfluente, fin quando egli stesso muore assassinato da “ignoti” mentre torna da una battuta di caccia nel 584. Non sarà una vedovanza allegra per Fredegonda perché sul suo regno tornano a spirare nuovi venti di guerra dal re di Burgundia, Childeberto II, figlio di Brunechilde e Sigeberto, che però viene sconfitto e tre anni dopo avvelenato.
Con questa vittoria Fredegonda non ha più rivali, invade la Borgogna e prende Parigi. Il suo lavoro si conclude e, così, muore nella futura capitale di Francia – a quanto pare non uccisa da nessuno – nel 597 lasciando al figlio Clotario II un regno prospero e la prospettiva di imperare su tutte le tribù Franche dopo essersi liberato, con i buoni insegnamenti della madre, dell’ultima rivale superstite, Brunechilde: “Catturata, imprigionata, sottoposta alle peggiori torture e umiliazioni, viene infine attaccata per un braccio, una gamba e i capelli alla coda di un cavallo selvaggio che, aizzato al galoppo, fa a pezzi il corpo dell’anziana regina”. M. Minelli, Cit., p.22.